Gli scienziati hanno scoperto una nuova tecnica per la crescita dei capelli veloce, che si dice possa condurre a trattamenti più efficaci per la calvizie.
Fino ad oggi, tale tecnica è stata sperimentata solo nei topi; tuttavia, si è riuscito a far crescere peli su della cute umana innestata sugli animali.
Gli scienziati sostengono che qualora la ricerca dovesse dare risultati, potrebbe produrre un trattamento per la calvizie che sarebbe più efficace e utile a un maggior numero di persone rispetto ai rimedi correnti, quali i farmaci o i trapianti di capelli.
Negli Atti dell’Accademia Nazionale delle Scienze (negli USA), i ricercatori hanno riportato che i metodi attuali non rappresentano un grande aiuto per la crescita dei capelli, specialmente nelle donne, ma che un trattamento basato su questa nuova tecnica potrebbe cambiare le cose.
Attualmente, i trapianti spostano i follicoli piliferi dalla parte posteriore della testa verso la parte anteriore, trasferendo quindi i capelli, ma senza aumentarne il numero.
L’operazione può richiedere fino anche ad otto ore, oltre a lasciare un’ampia cicatrice sulla parte posteriore della testa. Questa nuova tecnica permetterebbe di rimuovere dal cuoio capelluto una chiazza più piccola di cellule coinvolte nella formazione dei capelli, di coltivarle in laboratorio per accrescerne il numero e infine iniettarle di nuovo nella testa del soggetto, in modo da riempire le aree calve o diradate.
Anziché limitarsi a trasferire i capelli da un punto all’altro, questo nuovo approccio andrebbe, effettivamente, ad aggiungere capelli.
Lo studio che risolverebbe i problemi di crescita dei capelli
L’autore principale dello studio è Angela Christiano, una genetista ed esperta di calvizie nonché docente di dermatologia presso il Columbia University Medical Center di New York, conosciuta per il suo approccio creativo alla ricerca.
L’interesse della dottoressa Christiano allo studio dei capelli è ispirato in parte dalla sua esperienza personale agli inizi della sua carriera, con un tipo di calvizie denominato alopecia areata: la dottoressa, infatti, presenta una quantità abbondante di capelli nella parte anteriore della testa, ma sviluppa periodicamente chiazze glabre nella parte posteriore.
A metà degli anni ’90, la dottoressa inviò fotografie delle sue chiazze glabre ad alcuni ricercatori in Pakistan, nella speranza che la patologia che lei stessa stava vivendo li avrebbe spronati a collaborare con lei nello studio di una rara malattia genetica, che lasciava le persone senza capelli o senza peli sul corpo.
La sua strategia funzionò, e l’impegno comune permise di identificare il gene responsabile. In studi successivi, la dottoressa Christiano ed altri colleghi identificarono numerosi geni svolgenti un ruolo importante nello sviluppo della alopecia areata.
Nel presente studio, la dottoressa Christiano ha collaborato con ricercatori dell’Università di Durham in Gran Bretagna, concentrandosi sulle papille dermiche, ovvero gruppi di cellule alla base dei follicoli piliferi responsabili dell’origine dei follicoli stessi.
I ricercatori sono al corrente, da oltre 40 anni, che le cellule papillari dei roditori potrebbero essere trapiantate e che comporterebbero la crescita dei capelli: infatti, le cellule papillari sono in grado di riprogrammare le cellule cutanee circostanti affinché quest’ultime formino nuovi follicoli piliferi.
Tuttavia, le cellule papillari dell’uomo che vengono coltivate, perdono misteriosamente la capacità di formare follicoli piliferi.